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disturbo alimentare

La Schema Therapy per i Disturbi Alimentari

Solo un numero limitato di pazienti affetti da Disturbi Alimentari risponde alla terapia cognitivo-comportamentale standard; cause delle difficoltà di trattamento sono anche:
– l’elevata comorbidità di questi con disturbi di Asse I (93%) e di Asse II (69%): in particolare, Bulimia e Binge Eating Disorder (BED) hanno comorbidità col Disturbo Borderline di personalità, l’Anoressia col Disturbo Ossessivo – Compulsivo di Personalità e col Depressivo
– la natura egosintonica del disturbo, che determina ambivalenza e resistenza al cambiamento.

daisy L’evitamento di affetto e intimità risulta alla loro base, li precede, li aggrava e persiste anche quando c’è una remissione di tali disturbi.
Dal punto di vista dei mode, si possono trovare i seguenti:
– bambino umiliato / deprivato
– bambino bisognoso
– bambino arrabbiato poco sviluppato
– genitore critico / esigente
– arreso compiacente
– autoconsolatore distaccato (riscontrabile nelle abbuffate, nell’esercizio fisico, talvolta nelle condotte di eliminazione)
– ipercontrollante perfezionista (visibile nelle diete, nell’esercizio fisico e anche nelle condotte di eliminazione).
La Schema Therapy si articola in 3 fasi:
1. assessment e formulazione
2. terapia cognitivo – comportamentale e intervento focalizzato sugli schemi
3. lavoro sui mode attraverso: tecniche immaginative (es. imagery rescripting), dialogo tra mode (es. tecnica delle due sedie), accudimento positivo di sé, mindfulness, utilizzo di flash card (scritti e audio) ad es. per affrontare le critiche.